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Materiali nello Spazio, ricercatori italiani e internazionali a confronto

Il workshop internazionale “Materials in the space environment”, presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha visto la partecipazione di ricercatori della NASA, dell’ESA, di centri di ricerca italiani, delle Università e di industrie aerospaziali operanti sul territorio nazionale.

Un confronto sul tema dei materiali avanzati per l’aerospazio, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con ASI e il KetLab, e che costituisce la prima tappa della “Primavera dell’Innovazione”, lanciata dal Consorzio Hypatia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Agenzia Spaziale Italiana e Lazio Innova SpA.

Due giornate, il 17 e il 24 maggio, dedicate alla ricerca e trasferimento tecnologico nel settore aerospaziale, soprattutto nel campo degli advanced materials and manufacturing.

 

Da sinistra: Fabrizio Quadrini, Università di Roma “Tor Vergata”, Jules Kenol, ISS Payloads Office, NASA Johnson Space Center, HoustonTexas, Loredana Santo, Università di Roma “Tor Vergata”, Kim De Groh e Henry De Groh, NASA Glenn Research Center, Cleveland Ohio.

Da sinistra: Fabrizio Quadrini, Università di Roma “Tor Vergata”, Jules Kenol, ISS Payloads Office, NASA Johnson Space Center, HoustonTexas, Loredana Santo, Università di Roma “Tor Vergata”, Kim De Groh e Henry De Groh, NASA Glenn Research Center, Cleveland Ohio.

«Lo Spazio non è solo un ambiente duro per gli esseri umani e la vita ma anche per i materiali, da qui gli studi e le proposte per l’innovazione nei materiali da utilizzare in ambiente spaziale», spiega Fabrizio Quadrini, docente di Tecnologie Speciali a “Tor Vergata”, che nell’ambito del workshop sulla scienza dei materiali terrà l’intervento dal titolo “On-orbit experiments of Tor Vergata and new perspectives”.

Il workshop ha trovato una collocazione ottimale all’interno delle giornate della Primavera dell’Innovazione, soprattutto alla luce della stretta collaborazione che si sta intessendo tra i rispettivi gruppi di ricerca.

«Obiettivo dell’evento –  ha sottolineato Loredana Santo, chair del workshop e docente di Tecnologia e Sistemi di Lavorazione a Roma “Tor Vergata” – è stato quello di portare tante esperienze diverse a confronto per creare un network tematico che in futuro possa incidere sulle ricerche del settore. La sola passione e dedizione non sono sufficienti per il raggiungimento di risultati importanti, serve lavorare in squadra condividendo obiettivi e unendo le competenze. In Italia  – ha ricordato la Santo – ci sono realtà di ricerca di eccellenza che vengono dal mondo della fisica, chimica, matematica e ingegneria e tutte insieme possono fare la differenza nel settore dei materiali per applicazioni spaziali, senza tralasciare l’importanza del collegamento con le agenzie spaziali, egregiamente rappresentate nell’ambito di questo workshop».

Fabrizio Quadrini nel suo intervento “On-orbit experiments of Tor Vergata and new perspectives” ha illustrato le attività di sperimentazione e ricerca che il gruppo di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione sta sviluppando a “Tor Vergata” sulla tematica dei materiali per applicazioni spaziali, in particolare sulla memoria di forma.

Sono stati presentati i risultati dei due esperimenti condotti in ambiente spaziale: il primo (I-FOAM) nell’ambito della missione Shuttle STS-134 (Maggio 2011), e il secondo (Ribes_FOAM2) durante la missione BION M1, in assenza di astronauti e su modulo Soyouz-2 (Aprile 2013). Entrambi gli esperimenti hanno permesso di studiare il recupero della forma in ambiente spaziale di strutture polimeriche e composite inizialmente memorizzate sulla terra.

Il programma del workshop

 

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