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“Tor Vergata” e Unibo, al via il nuovo corso triennale in Studi Ebraici

L’Ateneo di Roma “Tor Vergata” firma l’intesa con l’Università di Bologna, il collegio rabbinico e l’Ucei per la realizzazione di un corso triennale in studi ebraici. Questo percorso universitario permetterà agli studenti di ampliare i propri orizzonti culturali e accostarsi alla cultura ebraica in tutte le sue forme: il corso spazierà infatti tra materie come architettura sinagogale, filologia semitica, Bibbia, filosofia e diritto ebraici e letteratura rabbinica.

«Gli atenei stanno cercando di stare sempre più in contatto con la società e di mettere a disposizione corsi di laurea che offrano competenze diverse – così Giuseppe Novelli, rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, commentando a caldo l’accordo –. È tutto ancora in itinere e, dopo aver firmato la bozza d’intesa, dobbiamo costruire l’accordo nell’ottica dell’internazionalizzazione degli atenei e della collaborazione». Il rettore di “Tor Vergata” non manca di sottolineare come sia positivo creare corsi congiunti tra atenei diversi ed è proprio in questo spirito che si è voluta tentare «una sperimentazione con Roma e Bologna, dove cercheremo di portare avanti il progetto che ci piacerebbe estendere, in futuro, ad altre possibilità e corsi». «Gli studenti che vogliono specializzarsi in questi temi – aggiunge Novelli – devono ricevere le giuste conoscenze e toccare con mano gli argomenti che affronteranno in futuro».

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, con un messaggio indirizzato ai quattro firmatari della convenzione, ha riconosciuto e apprezzato il paziente lavoro che ha portato allo sviluppo del diploma triennale in Studi Ebraici, che entra così nel mondo accademico italiano.

L’accordo è un segno tangibile di una didattica che sta cambiando, assecondando la richiesta non tanto di titoli quanto di competenze, che vengono trasmesse ai giovani studenti anche attraverso collaborazioni tra atenei ed enti pubblici e privati.

«È questo il futuro – conclude Novelli –. Dobbiamo preparare i nostri ragazzi a un mondo del lavoro che cambia continuamente e ci auguriamo che altre università seguano questo esempio».

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